Come riconoscere un attacco di panico? E cosa possiamo fare, per ridurne gli effetti? La psicoterapia individuale lavora sui sintomi o sugli effetti? Per gli attacchi di ansia, è necessario un supporto psichiatrico?
Le domande che ruotano intorno agli attacchi di panico sono moltissime: nel mio studio di psicoterapeuta a Torino rispondo a persone che mi presentano diversi tipi di segnali.
“Sto male, mi sembra di soffocare. Ho la tachicardia, mi sento morire”: questa forse è la frase più frequente. Molto spesso accade che le persone, dopo aver sperimentato questi sintomi, si rechino in Pronto Soccorso o dal medico, spaventate che possa trattarsi di una grave patologia. In assenza di riscontri clinici agli esami medici è probabile che si tratti di attacchi di panico.
Che cos’è un attacco di panico?
L’attacco di panico è uno stato d’ansia intensa e improvvisa caratterizzato dalla paura di morire e/o impazzire.
In genere si associa ad altri sintomi come sudorazione, palpitazioni, tremori, sensazione di svenimento, tensione muscolare e vertigini.
La sua durata è breve: di solito non di più di venti minuti circa, anche se per chi lo vive sembrano minuti interminabili.
Se le crisi sono frequenti possono determinare all’interno dell’individuo una rottura dell’immagine di sé: la persona fa fatica a riconoscersi, a ritrovarsi. Si sente vulnerabile e fragile.
Attacchi di panico: l’origine nel tempo
Il termine “panico” deriva dal nome del Dio Pan, il dio dei pascoli e della natura. Il dio Pan era un essere terrificante, con il corpo mezzo umano e mezzo caprino. Il mito racconta che il dio Pan era solito attaccare improvvisamente le ninfe del bosco per possederle, suscitando in loro una paura intensa e bloccante, appunto timore del panico.
La paura della paura
Spesso l’attacco viene descritto come “un fulmine a ciel sereno” nel senso che la persona non è in grado di spiegarsi cosa sia accaduto e questo innesca uno stato di terrore che gli attacchi di panico ritornino.
I sintomi che la persona percepisce durante un attacco di panico sono quelli che si attivano, involontariamente, ogni qual volta percepiamo pericolo. Il corpo ci prepara per rispondere alla minaccia scappando o attaccando. Queste sensazioni sono quindi funzionali e fisiologiche, ma per chi soffre di un disturbo di panico rappresentano il segnale di un attacco imminente.
Ecco che è proprio questa valutazione negativa che intensifica la risposta di allarme: vediamolo con un esempio.
Ci sono persone che nella loro vita hanno fatto esperienza di un attacco di panico senza che questo abbia avuto grandi conseguenze su di loro. Per altri le conseguenze sono state molto più significative ed è per questo che vivono in uno stato di ansia, in attesa che si scateni nuovamente il panico.
Questo meccanismo però fa sì che la paura diventi una lente deformante per guardare la vita alla ricerca di pericoli da evitare con la conseguenza che venga ancor di più enfatizzata generando un circolo vizioso.
Attacco di panico: come intervenire
La psicoterapia rappresenta un passaggio imprescindibile per la risoluzione degli attacchi di panico, poiché lavora sulla comprensione e sulle cause delle crisi.
Il panico non è semplicemente qualcosa da eliminare ma un segnale che ci indica che ste succedendo qualcosa: l’ansia eccessiva, infatti, non è mai la causa ma la conseguenza di un disagio interno e profondo che è bene si comprenda.
Prima di rivolgersi ad un professionista, le persone mettano spesso in atto delle soluzioni che peggiorano la situazione.
Per domande e dubbi, vi aspetto nel mio studio di Torino o su Instagram